Altro appuntamento con la sostenibilità. Quale miglior luogo se non quello destinato alla formazione per promuovere e diffondere questa cultura e le buone pratiche che ne conseguono? Generazioni unite da un unico intento: un pensiero e una mano tesa verso l’altro.
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#nonfermateci
#solidarietà: una delle parole d’ordine di questo periodo.
E parlando di solidarietà non si può non pensare al terzo settore. Vogliamo raccontarvi qui allora l’iniziativa promossa dal Forum che lo rappresenta attraverso la campagna #nonfermateci. Ce ne parla Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore: “non possiamo interrompere la nostra attività che oggi sostiene migliaia di persone fragili che devono poter continuare a contare su di noi. Un numero destinato a crescere irrimediabilmente dopo la fine di questa emergenza, quando saremo costretti a confrontarci con ancora più povertà e diseguaglianze. Per questo chiediamo alle Istituzioni di non fermarci, ma anzi di aiutarci a continuare il nostro lavoro che rischia altrimenti di cessare”.
I dati di un’emergenza, un futuro da mettere al sicuro
Emergenza sanitaria, tra lavoro e informazione
E’ un momento in cui ci poniamo numerose domande. Dalla difficoltà della situazione attuale, il pensiero muove presto verso gli scenario sociali ed economici che saranno fuori ad attenderci. Viviamo un’emergenza dai mille volti, a partire dai due principali delle priorità in ambito sanitario e del lavoro. Il tutto attraversato dallo snodo centrale dell’informazione e della comunicazione, che giocano un ruolo determinante nel dotarci delle notizie in tempo reale e renderci, così, informati e consapevoli.
Partono da qui le riflessioni che vorremo condividere oggi dalle 19.00 in diretta sulla pagina Instagram di Starting Finance, la startup e il network di under-25 esperti e appassionati di finanza che sta proponendo in questi giorni una serie di approfondimenti interessanti con un’ottima partecipazione di pubblico e della fanbase da oltre 100mila appassionati degli Starting Finance Club.
Influencer? Non tutto é come sembra
Voglio farvi soffermare su un concetto importante oggi spesso mal interpretato.
La stampa dedica oggi qualche riflessione interessante sui risultati delle azioni di comunicazione e marketing su web, basate su figure capaci di “influenzare” in questo ambito. I cosiddetti influencer appunto.
Dico da tempo che la vera influenza si basa su risultato, su concreti “effetti” sociali prodotti dal seguito che si ha in un contesto sociale, in particolare da follower e seguaci in rete. Seguire una persona o una pagina, in un mare magnum di informazioni ed azioni veloci e spesso superficiali sul web, puó essere un semplice atto estemporaneo o di curiositá. Come si puó misurare il peso di una “leadership” solo sul seguito che ha sulla carta, o meglio ”sullo schermo”, e non dagli effetti che essa produce?
Potremmo scoprire che l’influenza spesso non é che un concetto impalpabile: un’ “influenza ininfluente” insomma. se andassimo a fondo, come sempre meno oggi si usa fare purtroppo, molte di queste figure celebrate ed osannate possano essere, almeno in rete, solo l’ombra di opinion leader tutt’altro che capaci di influenzare. In loro potrebbe nascondersi l’esatto contrario di quello per cui vengono conosciuti e riconosciuti.
E che forse il nostro vicino di casa con pochi followers puó contare su una fedeltá ed una leaderhip capace di creare impatti sulla societá piú forti e reali di molti like trasparenti.
Disarmiamo la violenza, seminiamo rispetto
Sono storie che fanno male. Di follia ordinaria.
Un altro ragazzo vittima di violenze da parte dei coetanei, colpi affondati al punto tale da renderli fatali.
Questa volta è successo ad Alatri, un paese del Lazio, taetro di un omicidio consumato nel centro storico della località.
La storia è di quelle già sentite: un ragazzo che tenta di difendere la fidanzata, importunata da un giovane coetaneo albanese. Di qui una discussione accesa, poi degenerata fuori dal locale. Pare che le fazioni fossero quella degli amici di Emanuele, la vittima, affrontati dai buttafuori del locale, alcuni di essi sempre di nazionalità albanese.
Emanuele sarebbe stato colpito con pugni e calci, poi uno degli aggressori avrebbe preso un oggetto di ferro, forse una spranga, con cui avrebbe colpito ripetutamente il ragazzo. Dopo i primi soccorsi, Emanuele è stato trasportato in elicottero a Roma dove è stato operato d’urgenza. Ma nulla da fare. Un’altra vita spezzata.
“Perché le cose devono essere così difficili?”
Se lo chiede Letizia Scarpello, giovane artista classe 18989, nata a Pescara ma ormai stabilitasi a Milano da tempo.
Giovane ma già con numerose attività alle spalle, tra le sue mostre collettive ricordiamo solo alcune tra le più recenti: DISERTA, a cura del Collettivo Pepe, Casa della Cultura, (Spoltore; 2016), CONTINUUM, STAGE AS SOCIAL PLATFORM, con Luigi Coppola a cura di Simone Frangi e Tommaso Sacchi, progetto a cura di Nctm Studio Legale e Gabi Scardi per la XV Triennale di Milano (Milano; 2016), RITRATTO A MANO 3.0, con Gianni Caravaggio a cura di Giuliana Benassi e Giuseppe Pietroniro, (Convento delle Clarisse, Caramanico Terme, 2016), ), NAVATA 34, a cura delle Officine Tesla, Officine Green Garage, (Milano; 2016).
Domani Letizia presenterà al VIR Open Studio un insieme di “tentativi di lavori possibili”, intenzioni in-tensione, idee che si fanno opera nella loro “mancata realizzazione”.
Il titolo prende spunto dalla lettera che Matsuri Takahashi, giovane 24enne nipponica, lascia alla madre prima di gettarsi nel vuoto. “Perché le cose devono essere così difficili?”. Vicenda che rappresenta uno dei tanti (troppi) casi di karoshi (morte per eccesso di lavoro) registrati in Giappone negli ultimi anni.
E “dove stiamo andando?” è la domanda che vuole porsi Letizia.
“La reificazione della vita umana e il suo farsi spettacolo fanno dell’ arte un abbellimento del mercato. Così lo slancio emotivo che guida il processo creativo si sedimenta a causa di circostanze culturali, sociali ed economiche che gli artisti della mia generazione ben conoscono. Per questo secondo appuntamento al VIR scelgo quindi di non cooptare il mio lavoro e di illustrare ciò che non è stato”.
Uno spunto di riflessione non solo attuale, ma molto originale. Grazie a Letizia allora e..appuntamento a domani !
FACEBOOK: http://bit.ly/2nECOI1
Studi Festival http://www.studifestival.it/
Miart http://www.miart.it/en
Start up al lavoro..per il lavoro
Il cognome è quello di chi lo ha reso noto a suon di spadellate ai fornelli.
Ma qui il core business è tutt’altro.
Matteo Cracco è un ragazzo di 29 anni che insieme a Luca Menti ha dato vita a “Vicker”, una start up a disposizione di chi offre o cerca lavoro.
Ospiti di recente a Mattino5, hanno spiegato la nascita e lo sviluppo della loro idea. Partito da Roma, il loro progetto è ora in espansione. In cosa consiste, dunque, nel concreto? Qualche informazione a riguardo già è in circolazione…
Un futuro senza “debito” per i giovani
Un nuovo anno che inizia con il pensiero rivolto ai giovani da parte di Papa Francesco e successivamente, nel suo rituale discorso dal Quirinale, del Presidente della Repubblica Mattarella.
Queste parole ricordano il ruolo che hanno avuto e dovranno avere le nuove generazioni, ma anche il trattamento che hanno avuto – e dovranno soprattutto avere – da parte della società e di “chi decide”.
Papa Francesco è stato chiaro: “abbiamo un debito verso i giovani!”
Forma o sostanza? Questione (anche) di soprabito…
ll racconto di un uomo austero, figura storica e notabile uomo della politica e delle Istituzioni, inizia richiamando quest’immagine:
Molto tempo fa, un parlamentare leggeva il giornale nei corridoi della sua Camera di appartenenza, il Senato. Aveva con sé dei documenti ed il suo soprabito, piegato sull’avambraccio. Fin qui nulla di strano, giusto?
E invece no, l’anziano uomo delle Istituzioni, qui in veste di narratore, si ferma proprio a sottolineare l’errore di questo Senatore. Stesso parere aveva Amintore Fanfani, che proprio nel momento descritto dalla voce narrante si trovava a passare in quel corridoio. “Non è così che si sta al Senato della Repubblica Italiana” esclamò nei confronti del Senatore, “per gli impermeabili c’è il guardaroba!”, lo ammonì. Ed il Senatore reagì come oggi è difficile immaginare. Si scusò, prima di tutto. Per poi dirigersi verso il guardaroba e lasciare il soprabito, come opportuno per il decoro del Palazzo.
Il navigato uomo di potere che lo racconta, ai tempi, ricopriva un’importante carica istituzionale proprio al Senato e per questo motivo aveva assistito alla scena.
Perchè questo racconto?