Un incontro originale.
La storia della protagonista di oggi e la sua attività possono senz’altro essere definite così, come il personaggio. Vero e “fuori le righe”. Iniziamo a conoscere Flaminia partendo dalle basi.
Anticipiamo solo che è una delle “anime” di Pastorizia Never Dies
Flaminia, partiamo dal rapporto con la tua famiglia, racchiuso in due parole e valori:
“Se devo scegliere due parole direi: senso del dovere e autenticità.
Sono figlia di due grandi lavoratori e questo mi ha trasmesso l’importanza di essere una donna indipendente e di mettere impegno in ciò che faccio.
Da mio padre ho imparato ad essere una persona autentica, vera, una di quelle a cui leggi le cose in faccia, che non sa fingere. Con me puoi star tranquillo del fatto che se una cosa te la devo dire, sicuramente te la dirò in faccia e mai alle spalle. Poi magari devo lavorare sulle modalità, ma questo è un altro discorso…”
Come nasce la tua attività e come la porti avanti oggi?
“È nato tutto con la pagina di Pastorizianeverdies. Facevo meme che ho proposto alla pagina e sono stati pubblicati quelli che rispettavano gli standard di Instagram. Poi sono stata contattata dal fondatore della pagina per chiedermi di diventare un volto, quello femminile. Così sono diventata Admin, ho iniziato a curare contenuti e fare dirette. Man mano è cresciuto il mio profilo e oggi ho delle collaborazioni, si può dire che sia un “lavoro” anche se non è la mia occupazione principale”.
Un pregio ed un difetto dei tempi che vivono oggi i giovani, dall’adolescenza fino ai tempi dell’ingresso nel mondo del lavoro..
“Pregio: oggi il mondo cambia repentinamente, siamo bombardati di notizie e di avvenimenti tutti i giorni, internet da accesso ai ragazzi a qualsiasi informazione e rende le distanze relative, oggi puoi conoscere e parlare con una persona dall’altra parte del mondo, apprendere una lingua senza mai essere stato in un altro paese, puoi avere una formazione praticamente in qualsiasi cosa anche solo tramite un Pc. Questo è da una parte un bene ma dall’altra penso che sia un po’ penalizzante. Ho la sensazione che spesso invece di fare esperienze reali, concrete, i ragazzi vivano molte cose attraverso uno schermo.
Hanno imparato a relazionarsi così tra loro e forse manca quel contatto umano, quella curiosità di scoprire le cose dal vivo e non tramite ciò che vedono sui social o sul web.
Difetto: Sicuramente oggi c’è maggior incertezza sul futuro, i contratti di lavoro sono spesso a scadenza, e i lavori tradizionali non garantiscono sempre una stabilità economica, questo rende difficile diventare indipendenti economicamente, poter andare via di casa e crearsi la propria strada. Per questo penso che molti ragazzi siano affascinati e tentino la via dei nuovi lavori sul web (influencer, creator digitale, streamer e altre attività sui social che possano dare un guadagno)”.
In quali aspetti ti riconosci ed in quali invece ti vedi lontana dalle generazioni dei millennials…
“Non ho ancora capito se i millennials siano quelli nati tra l’81 e il 96 o quelli nati nel 2000… comunque penso che non si possa fare un discorso “generazionale”, sono convinta che ogni individuo sia a sè. Non mi è mai piaciuto quando i più grandi, generalizzando, parlavano della mia generazione facendo di tutta l’erba un fascio, quindi penso non sia giusto farlo oggi con le nuove generazioni”
Essere giovani oggi, secondo te, vuol dire…
“Essere aperti al mondo, inclusivi delle diversità, tecnologici… forse però anche facili bersagli di un pensiero unico collettivo e “politicamente corretto” che dilaga sui social e sta minando la libertà di pensiero e di espressione”.
Il progetto che dedicheresti o condivideresti con dei giovani
“Non saprei, forse uno spazio, virtuale o no, dove possano essere se stessi, esprimersi liberamente senza paura e senza dover dimostrare per forza di essere popolari, seguiti o perfetti ad ogni costo”.
Chi è un innovatore per te?
“Chiunque ragioni fuori dagli schemi. Chi cerca di distinguersi dalla massa. Chi prova a seguire i propri sogni senza farsi condizionare da cosa pensano gli altri.
Chiunque di noi può essere un innovatore, un rivoluzionario”.
Il denominatore sicuramente comune a più generazioni è uno: il sogno…
“Penso che tutti sogniamo di essere felici, realizzati, ognuno è in cerca della propria strada, ma il bello è che per tutti è diverso”.