Quello della sostenibilità è ormai una priorità consolidata per tutti noi, cittadini, aziende, Istituzioni di ogni ordine e grado. L’assonanza con il tema della mobilità è immediata e determinante per un futuro il più possibile green: una mobilità sostenibile ha, infatti, enormi ricadute positive a livello sociale. Non inquina e genera efficienza a 360 gradi. Uno scenario con cui dovranno confrontarsi, con un ruolo importante, giovani e nuove generazioni. Ne parliamo con il Professor Riccardo Maggiora, docente del Politecnico di Torino, da anni impegnato nello studio della mobilità, delle tipologie di mezzi, autobus elettrici e delle loro varie efficaci applicazioni…
Professore che benefici può garantire nell’ambito dell’impatto ambientale che lavoriamo per contenere?
Una mobilità green e sostenibile ha enormi ricadute positive sulla salute, sull’ambiente, sulle imprese, sul turismo e sull’immagine. Non inquina e genera efficienza a 360 gradi. La parole chiave è proprio Sostenibilità, perché se non la si pensa correttamente e non la si attua, non si raggiungono i benefici sopra indicati.
Proprio nelle scorse ore è nato il Centro nazionale per la mobilità sostenibile: quali gli strumenti necessari perchè essa diventi presto stabile realtà?
Il Centro nazionale per la mobilità sostenibile è un’ottima iniziativa, ma perché sia efficace dovrà avere un management all’altezza della situazione, poteri adeguati, collegamenti con le migliori intelligenze di settore, sia accademiche che industriali. Importantissimo, il CNMS dovrà avere competenze approfondite su tutte le tecnologie di mobilità oggi disponibili ed avere un approccio non solo strategico ma anche pragmatico, in grado di individuare velocemente i percorsi migliori per attuare la transizione ecologica sulla mobilità pubblica e privata. Non può sbagliare.
Questa è una rivoluzione che interessa anche il trasporto pubblico: semplicemente che mezzi abbiamo a disposizione oggi? Come si differenziano? c’è una soluzione più vantaggiosa e in quali aree prevalgono o dovrebbero prevalere queste soluzioni?
Il trasporto pubblico dovrà fungere da traino in questo processo di transizione della Mobilità. L’attenzione massima dovrà essere posta sui più efficienti e sostenibili mezzi elettrici a zero emissione, full green per i prossimi vent’anni, selezionando le soluzioni green che offrono al contempo la migliore affidabilità e il minor Costo Totale del Ciclo di Vita, che comprende non solo il costo di acquisizione dei mezzi e dell’infrastruttura ma, come sappiamo, anche i consumi reali, i costi operativi del servizio, i costi di fermo del servizio, i costi di manutenzione e sostituzione delle parti, compresi gli accumuli di energia e affini.
Oggi abbiamo a disposizione differenti soluzioni di autobus elettrico. La tendenza del Trasporto Pubblico urbano “sostenibile” per i prossimi anni è di avere autobus più leggeri, più confortevoli, che consumino meno elettricità e sfruttino sempre più le risorse elettriche del territorio, ovvero ricariche diffuse direttamente sulle linee urbane e, sempre meno, ricariche centralizzate in un unico deposito di autobus. Il beneficio è enorme, non solo sui consumi (decisamente minori per via dei minori pesi del mezzo, tipicamente dell’accumulo di energia) ma anche sulla sicurezza durante le ricariche (nessuna chance di incendio) e, soprattutto sui costi infrastrutturali del deposito. In sintesi, la tecnologia migliore oggi presente per il tpl urbano è senza ombra di dubbio quella degli autobus Fast-Charging a supercapacitori in grado di ricaricarsi in pochissimi minuti ai capolinea e che prenderanno la scena rispetto agli autobus “Overnight” a batteria, più pesanti, che richiedono ricariche lente in un grande deposito centralizzato, con inevitabili fermi degli autobus, e rispetto agli Opportunity, sempre a batteria, che richiedono una doppia infrastruttura di ricarica sia in deposito che sulle linee.
Potrebbe essere ragionevole dunque ipotizzare il seguente scenario: Fast Charging per il TPL urbano e suburbano, Opportunity per il suburbano, Overnight per l’extraurbano.
Sull’idrogeno ci sarebbe da aprire un capitolo a parte. L’autobus a idrogeno dovrebbe essere sinonimo di una mobilità full green, nel senso che dovrebbe sfruttare idrogeno green prodotto da centrali green. Tuttavia sappiamo che, ad oggi, non è così. Anzi, come emerge da uno studio del Politecnico di Torino, la gran parte della produzione dell’idrogeno è da fonti fossili e neanche nei prossimi vent’anni ci sarà un’inversione di tendenza. Tra l’altro, in tema di sostenibilità, la soluzione a idrogeno presenta costi totali (total cost of ownership) altissimi, circa quattro volte quella dei Fast Charging.
Per Roma Capitale il Fast Charging rappresenta certamente la soluzione urbana green più sostenibile, pronta ad essere realizzata in breve tempo: si pensi che realizzare un punto di ricarica Fast Charging ha pressoché lo stesso impatto urbanistico dell’installazione di un palo della luce.