Dago fa 20

Il successo di un’idea, specie se legata a un bisogno, a una scienza sociale, è il suo farsi “abitudine”.

Credo sia questa la miglior definizione, e personalmente il miglior complimento, da ricevere e da fare a un’idea come quella di colui che tutti conosciamo come “Dago”.

Un’intuizione che racchiude diverse ragioni del successo raggiunto tanto da farsi, appunto, abitudine, costume e “fatto sociale”.

Roberto D’Agostino fa storicamente senza dubbio rima con originalità. Si condividano o meno idee e stili, non si può che riconoscergli tratti personali e professionali d’indubbio interesse.

Fino alla “creatura” che l’ha reso ulteriormente noto e, nel senso letterale, al centro delle cronache…

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Capaci, di onorare la Giustizia

La più classica e nota delle foto, da divulgare e proporre in ogni occasione perchè diventi sempre più simbolo di quel valore che i suoi protagonisti rappresentano: Giustizia.

Ieri sera nel guardare una serie tv ho postato un pensiero su ricordi della mia infanzia. Ricordi che sono valori del mio presente.

Sono cresciuto nelle caserme, ambienti raccolti, anche intimi, ma non facili da vivere, specie da bambini. Soprattutto considerati i cambi di città, dunque scuole, persone, amici, posti e abitudini che stravolgono letteralmente le tue giornate, catapultandoti in ambienti del tutto sconosciuti e, dunque, inizialmente sempre ostili. Specie in zone delicate dove la tua famiglia arriva per rendere difficile, per così dire, la vita di chi attentino alla sicurezza di tutti. Non è una bella sensazione. Dunque protetti ma continuamente “minacciati”. Con una famiglia tradizionale, unita, un papà silente, amorevole e purtroppo chiamato spesso a non essere presente a casa, giorno e notte. Per assolvere un lavoro che è una missione, non conosce orari o interessi personali che pevalgano su quello generale perseguito: la sicurezza e la garanzia di una vita serena per tutti.

Erano gli obiettivi di Falcone, e Borsellino, quelli di un mondo giusto. Che forse oggi conosciamo solo attraverso pensieri e opere utopiche, di autori della storia e della filosofia…

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Sport in emergenza

Lo sport è tra i protagonisti assoluti di questa emergenza. Come sfogo, per tutti a partire da giovani e ragazzi, un’opportunità per rimanere in forma a casa o all’esterno, con tutte le precauzioni e nel rispetto di ogni prescrizione prevista. Fino alla dimensione economica, fatta da tutti quegli operatori di cui si devono ascoltare le istanze alla luce dello stravolgimento delle regole sociali, in termini normativi ma anche di scelte personali che d’ora in poi si faranno. Quello del wellness resta un settore importante, come detto a livello personale e sociale, tra quelli più in difficoltà e dunque da sostenere.

Come potremo fare sport e come gestire il nostro rapporto con palestre e centri sportivi?

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Socialità “remota”

I social rappresentano ormai, in uno strano paradosso, la nostra migliore finestra sul mondo reale. Al di là dei contatti professionali, passiamo sempre più tempo libero sulle nostre tradizionali piattaforme social ma anche sulle nuove che stanno proliferando in questo periodo di totale negazione di contatti sociali. Tutti i momenti della giornata si trasformano quindi, in buone occasioni per una chiacchierata con gli amici di sempre, ma anche per “rispolverare” qualche relazione che, per un altro simpatico paradosso, la frenesia della “normalità” aveva portato in soffitta.

Potersi concedere un momento di “socialità” diventa un lusso, nonché una buona abitudine per ricordarci che gran parte della nostra vita è condivisione, in un momento storico in cui è resa difficile dagli eventi. Molta attenzione viene dedicata all’e-commerce che segna persino un +40% (Q1 shopping index) in questo periodo di emergenza. Tutti i prodotti in pochi click a casa. Ma ci sono soluzioni e giuste compagnie per farci sentire #distantimauniti, con spazi virtuali che ci consentano momenti di piacevole condivisione… 

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