Salute, in rosa

Uno di messaggi più importanti da ricordare e ribadire è quello della prevenzione. E’ un momento storico in cui la salute pubblica è al centro dell’attenzione di tutti, per questo se ne parla con grande frequenza. dalla prevenzione alla terapia, è fondamentale ricordare ciò che riguarda spesso fasce più adulte di popolazione, prestando attenzione al proprio bene essere sin da giovani…

Si stima che nel nostro Paese vi siano ogni anno circa 377.000 nuove diagnosi di tumore, di cui 195 mila fra gli uomini e 182 mila fra le donne. Tra quest’ultime un caso su tre è il carcinoma mammario, che nel 2021 è stata la neoplasia più diagnosticata: in Italia vivono oltre 834 mila donne con un referto di cancro della mammella. Le buone notizie però riguardano l’aspetto terapeutico, visto che le percentuali di sopravvivenza sono in costante miglioramento grazie al progresso della medicina e delle tecnologie: il 65% delle donne e il 59,4% degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Una delle più efficaci armi terapeutiche per combattere questa malattia resta la chemioterapia, che purtroppo ha tra gli effetti collaterali la perdita dei capelli, un problema molto sentito, specie dalle donne che ne sono afflitte e che lo vivono come un nuovo dolore, dopo quello del tumore.

Considerato stigma sociale, l’alopecia da chemioterapia è percepita dal 47% delle donne l’aspetto più traumatico del percorso di cure, tanto che l’8% di esse vorrebbe rifiutarle proprio per evitare tale conseguenza o quella di dover indossare una parrucca. Per ovviare a tanto, un anno fa, è stato lanciato il progetto Onco Hair, promosso da Associazione per il Policlinico Onlus, Fondazione Cariplo e CRLAB, azienda leader in ambito tricologico, con l’obiettivo di fornire a 25 donne, vittime del cancro al seno, una protesi CNC (Capelli Naturali a Contatto), realizzata con veri capelli. A differenza di una parrucca, questa permette a chi la indossa di condurre una vita normale, diventa parte integrante del corpo, non va tolta di notte e consente anche di nuotare e legarsi i capelli. Un supporto importante per chi sta lottando contro il cancro con un impatto psicologico positivo sulle donne: infatti, secondo uno studio realizzato da Salute Donna Onlus presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, in una scala dell’immagine corporea da 0 a 30, la protesi CNC incide per il 33%. E la testimonianza proviene proprio da chi ha vissuto questa esperienza, ovvero una delle 25 donne del progetto Onco Hair che ha ricevuto in dono la protesi CNC. “Solo chi non ha avuto esperienza diretta con questo male – spiega Dalila, 28 anni – può pensare che la perdita dei capelli sia un corollario di poca importanza. Vedersi belle, senza il segno evidente della malattia, dà una grande forza. Non permettere al tumore di impossessarsi del tuo volto, evitare gli sguardi commiserevoli di chi ti sovrappone alla malattia vuol dire tanto. Grazie alla protesi tricologica continuo a lavorare a contatto con il pubblico, nuotare, uscire con gli amici, passare le mie mani nei capelli come prima. Gli altri non mi vedono malata e me ne dimentico anche io”. Il dispositivo CRLAB è una protesi del capillizio altamente personalizzata, un unicum mondiale realizzato all’interno dei laboratori CRLAB di Zola Predosa (Bologna) e da qui esportato in tutto il globo. Viene creato utilizzando capelli umani, non trattati, inseriti uno alla volta in una sottile membrana polimerica biocompatibile coperta da brevetto. “Oltre alla malattia, anche la cura trasforma il corpo” spiega Donatella Gambini, oncologa del Policlinico di Milano che ha seguito il progetto Onco Hair. “Ciascuno, secondo il carattere, l’età, il contesto sociale, vive la perdita di capelli a modo suo, ma poter avere a disposizione un presidio che aiuta a ricostruire una situazione, anche estetica, di normalità è di grande aiuto”. “Questa malattia mina pesantemente la femminilità – commenta Claudia Buccellati, Presidente della Fondazione Policlinico Onlus – per questo abbiamo deciso di avviare il progetto, grazie al supporto di Cariplo e CRLAB, apprendendo, dall’esperienza diretta delle donne che combattono contro il cancro, quanto il presidio CRLAB avesse un impatto positivo su benessere psicologico, autostima, sessualità, relazioni sociali e percezione di sé. Pensiamo sia importante offrire questo aiuto anche alle persone economicamente più fragili, ancora più indifese dinanzi a una malattia che colpisce tutti. A conclusione di questo primo progetto pilota, realizzato in un anno presso il Policlinico di Milano, speriamo di poter proseguire l’iniziativa in altri reparti oncologici, per aiutare quante più donne possibile a combattere questa battaglia”.

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