What’s “phygitale”?

Dal corpo fisico, come si suol dire in “carne e ossa”, a quello “phygitale”. E’ questa l’intuizione che lanciata all’Internet Festival in corso a Pisa. con il progetto ‘Habeas Corpus’. Quello del confine del corpo, l’habeas corpus appunto, è un concetto che nasce nel Medioevo per poi definirsi nel ‘600, spiega all’agenzia Dire Federico D’Annunzio, ceo e fondatore di Traent. 
“E’ un confine normalmente percepito come fisico. Noi, invece, abbiamo introdotto il corpo ‘phygitale’ che poi è il tema scelto dal festival, ovvero la somma del corpo con le sue interazioni digitali”…

Facendo questo passaggio “tutti i dati che scambiamo con il mondo esterno fanno parte del nostro corpo”, ed è così che la questione investe direttamente la sfera della privacy, perché “utilizzarli è un’infrazione dei nostri diritti”. Con l’Habeas Corpus “anche la dimensione astratta diventa parte del corpo umano. Ed è per questo che la tuteliamo: non perché sia fungibile o utilizzabile, ma perché fa parte del nostro corpo”.

Cosa significa questo in termini pratici?  Si tratta di una sorta di ‘notaio informatico’ e dalla tecnologia del ‘blockchain’, nata per gestire la moneta sul web. Ci passa e l’amplifica, come osserva D’Annunzio. “Per la moneta la quantità di dati è molto contenuta. Nel nostro caso non abbiamo limiti: qualsiasi cosa che entra nel blockchain è come se passasse dal
notaio. Così il dato in questione diventa vero, immutabile e verificabile da terzi. E’ possibile per così dire notarizzare qualsiasi interazione delle persone, delle aziende e anche della pubblica amministrazione”. Il sistema a questo punto si interfaccia con la privacy perché “si può scegliere quali dati mostrare ed esporre.E’ questa la cosa interessante. Cioè, puoi estrarre un dato, ma non hai bisogno di rendere noto altro, quelle informazioni cioè che potrebbero mettere in difficoltà la propria impresa, un’organizzazione o un individuo. Perché quel dato che scegli di rendere visibile è appunto vero”. In questo senso “applichiamo il concetto della ‘transprivacy’, trasparenza e riservatezza allo stesso momento”.