Daniele Santi, Presidente del Comitato Senzatomica, ci introduce l’iniziativa che si tiene questi giorni a Vienna, presso la sede della Nazioni Unite: la due giorni della Prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato per l’abolizione delle armi nucleari (TPNW). Senzatomica parteciperà, infatti, ai diversi appuntamenti in programma per la “Nuclear ban week” organizzata da ICAN, la campagna di sensibilizzazione per abolire le armi nucleari vincitrice del premio Nobel per la pace del 2017…
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Namasté !
Quella globale sta diventando una popolazione sempre più attenta a benessere e wellness. E, perché no, ci auguriamo sempre più anche alla spiritualità.
Un’ attenzione di cui beneficia sicuramente la vita privata ma, a ben vedere, un nuovo approccio che può fare la differenza anche nella vita professionale, sia per una maggiore stabilità acquisita grazie a questa consapevolezza sia per una serie di tecniche che diventino, per così dire, parte di noi.
Tra le discipline più note, anche se spesso solo in superficie, c’è l’ormai noto yoga.
La mia è anche una testimonianza personale, di chi, lontanissimo da questo mondo come pratica sportiva e meditativa, ha sempre visto nel dinamismo spinto e nella fatica la natura reale di una disciplina.
E qui la prima sorpresa..
Mio padre, Pablo Escobar
A tu per tu con Sebastian Marroquin. Anzi, con Juan Pablo Escobar. Chiamarlo con il suo nome aiuta a comprenderne meglio e subito l’identità e il legame familiare.
Proprio lui, il figlio del “mitico” Pablo Escobar, una figura che Juan Pablo stesso definisce letteralmente tra “mito e realtà”.
Nella tappa romana dei suoi spettacoli ed incontri dedicati a diffondere il culto della “retta via” e della pace, Escobar jr ha raccontato cosa signfichi essere il figlio della persona più ricercata al mondo. Con una taglia di 20 milioni di dollari sulla testa.
Una vita di lussi e felicità solo apparenti. Con una mamma che ha sempre cercato il più possibile di educarli al meglio e tenere il marito lontano dai guai. Certo, consapevole che non fosse la più semplice delle imprese.
Juan Pablo critica diversi passaggi della serie Narcos: le inesattezze, i messaggi che manda e il guadagno associato a questi ultimi. Lui che, pur facendo come professione l’architetto e guadagnando comunque dalle sue attività di scrittore e divulgatore, crede molto nei messaggi giusti e veri, di pace, da diffondere. E destina oltre il 50% dei profitti in beneficenza.
Parlando della serie Narcos critica molto, ad esempio, il passaggio in cui la mamma impugna un’arma, cosa che “non ha mai fatto nè pensato di fare”, oppure la scena in cui il papà brucia i soldi nel camino per scaldare la sorella infreddolita (“in Colombia abbiamo abbastanza legna che non è necessario bruciare dollari”).
Juan Pablo descrive una vita frenetica, “con lussi che però non si aveva tempo di godere”…