Ecco chi sono i nuovi “scambisti” della mobilità

Che a Roma si cercassero “scambisti” senza un apparente motivo o ragione sembrava in effetti strano.

Oggi possiamo dire svelato il mistero che avvolgeva il messaggio di queste numerose affissioni “pop” su Roma e rimbalzate ovunque su web e social. 

Foto LaPresse

Si è capito che l’approccio riguarda proprio la natura altrettanto disruptive della nuova startup da oggi sul mercato, con una novità destinata ad avere potenzialmente un significativo impatto su ambiente e consumi. Si tratta, infatti, del primo sharing certificato tra privati, che ambisce a dar vita, dunque, al primo Social mobility network, ovvero una community in cui è possibile trovare un’auto quando se ne ha bisogno e condividere la propria quando non la si usa.

Un modello di mobilità circolare da cui tutti traggono benefici, sia coloro che hanno bisogno di una vettura per poche ore o per spostamenti più lunghi, sia chi intenda mettere a disposizione la propria auto sulla piattaforma , guadagnando. Attraverso l’app Popmove (scaricabile da Play Store ed Apple Store) si ha accesso ad un ampio parco auto, che rappresenta sì un servizio ma anche un’evoluzione culturale, un nuovo modello di condivisione dell’auto per chi vive in città o per chi viaggia per lavoro, un nuovo paradigma per i consumi. Con un interessante impatto positivo in termini ambientali, essendoci tra gli obiettivi quello di ridurre la flotta auto circolante nelle città.

Un’idea che intende anche contribuire ad eliminare i vincoli della proprietà dell’auto. Una tendenza che gli automobilisti privati, anche in Italia, mostrano di apprezzare sempre di più. Secondo il Rapporto Aniasa sono infatti oltre un milione le persone che scelgono di muoversi attraverso il noleggio o lo sharing, ogni giorno, per ragioni di business e turismo: oltre 900.000, nel dettaglio, gli utenti del noleggio a lungo termine; 130.000 quelli del noleggio a breve termine e 33.000 del car sharing. In decisa crescita anche i privati che hanno già scelto di sposare la tranquillità della formula del noleggio a lungo termine: nel 2017 erano in 30.000, divenuti 40.000 nel 2018, ed entro fine anno raggiungeranno quota 50.000. 

 

“L’intenzione – dichiara Alberto Cassone, presidente di Hurry e amministratore delegato della startup – è quella di lanciare una nuova sfida nel segmento della mobilità, cambiando gli schemi delle tradizionali forme di condivisione. È una community di persone e mezzi regolata da una piattaforma certificata e garantita che non aggiunge auto ma ottimizza il parco esistente, migliorandolo. Questo permetterà a chi vi aderisce di scegliere di prendere un’auto e usarla, di non usarla e guadagnarci o addirittura di non acquistarla affatto. Il tutto promuovendo una nuova cultura e un nuovo modello di relazione tra le persone basato sulla fiducia e sul rispetto, con l’obiettivo – sottolinea Cassone – di rendere l’accesso all’auto sempre più semplice, conveniente, sostenibile e sicuro. La condivisione delle vetture non sarà più un servizio elitario per le grandi città, culla naturale delle nuove formule di mobilità innovativa, ma potrà così svilupparsi senza limiti geografici anche nei piccoli centri abitati”.

Popmove si propone di andare oltre la sharing mobility. Il primo Social Mobility Network rappresenta infatti uno dei tre capisaldi della SWAP Mobility, una nuova e rivoluzionaria visione della mobilità che vada andando oltre l’era dello sharing.