La pizza, si sa, è sinonimo di vera italianità. E con questa rima non troppo voluta introduciamo uno dei nostri più conosciuti prodotti, amati da tutte le generazioni e sempre più diffusi tra i giovani, come vedremo, non solo come consumatori ma anche per quel che riguarda il loro attuale mercato del lavoro.
Parliamo, dunque, di pizza e lo facciamo con uno dei suoi attuali più autorevoli ambasciatori: Gino Sorbillo è ormai personaggio simbolo dello stile e del successo italiano, reso noto da uno dei suoi prodotti più celebri come la pizza, emblema del genio italiano che ha saputo sapientemente combinare semplici materie prime, grani, mozzarelle e pomodoro. Prodotti d’eccellenza che solo grazie ad un’originalissima e storica intuizione sono diventati la base di un piatto che è da tempo un’icona globale, non solo in termini di patrimonio alimentare ma di una cultura riconosciuta a livello globale. Sorbillo nel corso degli anni ha visto costantemente crescere la propria attività in Italia e all’estero, per sbarcare recentemente a Roma dove era atteso da tempo, accolto un grande successo di pubblico curioso di scoprire o desideroso di provare le sue proposte come la sua famosa “Pizza Scugnizza”. Il pregio del lavoro di Gino Sorbillo è quello di partire da una forte e longeva tradizione dell’arte della pizza, valore fortemente radicato nella città di Napoli, che gli consente di conoscere bene e utilizzare al meglio gli ingredienti classici, selezionando le materie prime migliori e, allo stesso tempo, di essere all’avanguardia lavorando continuamente sul menù, scoprendo nuovi prodotti, ascoltando le richieste di un pubblico certamente più evoluto, affinando costantemente la tecnica e sperimentandola con grande attenzione.
“Sono particolarmente felice di trovarmi qui con chi da sempre ha creduto in me..
L’ultimo approdo di Roma è per me motivo di grande soddisfazione ed orgoglio. È motivo di vera soddisfazione il fatto che oggi il nostro settore sia finalmente riuscito a farsi conoscere in modo crescente e con proposte di qualità, ponendosi anche come settore economicamente trainante. Il nostro mondo oggi rappresenta non solo un momento di convivialità per i giovani, ma anche un mondo di opportunità lavorative di cui essere orgogliosi, quella di fare la pizza è un’arte ed un mestiere su cui oggi si può scommettere”. E nel parlare di questo ricorda molti momenti dell’infanzia, nella pizzeria di famiglia, in cui ha respirato l’aria che oggi lo rende uno dei protagonisti di primo piano del settore. Riaffiorano in lui dei ricordi che lo legano a gestualità, momenti e compagni di viaggio del presente. In particolare tiene a specificare un momento in modo molto preciso, ovvero quello del riposo sulle casse di Nastro Azzurro su cui si sedeva per dopo ore di lavoro incessante, prodotto che tra l’altro ha ancora oggi al suo fianco convinto com’è che le eccellenze debbano “fare squadra”, sinergie all’insegna del prodotto italiano di qualità che sempre più bisogna far conoscere, ponendosela come mission comune, in ogni angolo del mondo. Sorbillo, presente anche alla serata romana dedicata al restyling d’immagine della nota birra italiana accompagnata dalle note di Ghemon, cantante molto seguito dalle nuove generazioni, ha sottolineato come si tratti di un modello che andrebbe applicato ad ogni simbolo del Made in Italy di qualità, dal cibo alla moda ed alla musica stessa, all’insegna dell’ “uniti si vince”.
Un aspetto semplice ma in effetti determinante in un momento storico in cui, presi dagli impegnativi percorsi individuali, a volte le persone sembrano dimenticare l’importanza della condivisione come valore sociale ma anche e senza dubbio economico, con politiche e sinergie che presentino il nostro come un Paese fatto di distretti e comparti uniti e di qualità. Capaci di rappresentare un’industria e non casi di eccellenze isolate. Del resto, è la nostra storia a parlare, fatta di singole grandi intuizioni, ma anche e soprattutto di movimenti e settori capaci di imporsi grazie ad un “comune sentire ed agire” basato su valori che non dobbiamo dimenticare. Anzi, dai quali dobbiamo ripartire pensando sicuramente alle innovazioni che possiamo essere capaci di proporre e cavalcare, ma senza trascurare i più grandi potenziali che abbiamo, da anni o millenni, a disposizione. Quelle tradizioni che ci hanno fatto e ci fanno ancora grandi nel mondo, anche grazie ad una semplice pizza, che può fare la la differenza. E se pensiamo che per farlo basta dire che sia “Made in Italy” allora capiamo quanto futuro abbiamo nelle grandi risorse storicamente – e attualmente – nostre.