I momenti storici sono e restano tali nel tempo perché legati a due fondamentali aspetti: la celebrazione ed il ricordo.
Nel caso di grandi successi, la celebrazione è, forse, il momento più bello. Un’impronta lasciata sulla storia. Nel caso di circostanze difficili, calamità, è un momento duro, ma non per questo meno importante. Oggi, purtroppo, ne sappiamo qualcosa, ma quello che farà la differenza sarà il tempo, dunque il ricordo: in questi giorni siamo tutti sensibili e consapevoli del dramma del terremoto, ma dovremo esserlo anche domani.
Di qui l’importanza del ricordo. E della memoria storica, tanto preziosa per una collettività, sia essa una semplice comitiva o la propria nazione.
Un mese fa l’Italia conquistava la sua prima medaglia ai Giochi olimpici. E vogliamo proprio ricordarlo con gioia e soddisfazione, condivise con l’atleta che ha “aperto le danze”. Di chi parliamo?
Perché quelli che celebriamo come “eroi” per un mese durante le Olimpiadi, all’inizio del campionato di calcio non sembrano più quei nostri beniamini che applaudivamo mentre erano intenti a tuffarsi o salire in pedana. E se lo scorso mese tutti postavano foto di Zaytsev o di Basile, a parte casi di personaggi ormai pubblici come la Pellegrini o la Cagnotto, oggi quei volti ed i loro sport sono tornati un po’ anonimi. Tanto da scatenare l’ironia dei social che, in qualche modo, tiene comunque vivo quel ricordo.
Siamo qui proprio per ricordare chi ci ha resi orgogliosi ai Giochi olimpici, non una semplice rassegna di sport, ma un “megafono” di qualità e valori di ogni Paese davanti agli occhi del mondo. E se da un lato queste Olimpiadi hanno aiutato ad accorgersi che il beach volley non è solo quello che si gioca sulle spiagge con gli amici ad agosto – tra l’altro uno dei nostri atleti ha iniziato il suo percorso verso l’argento olimpico proprio dalle partite con gli amici su una spiaggia del litorale romano – dall’altro ha mostrato al mondo intero, ancora una volta, un’Italia fatta di talenti ed eccellenze.
Uno di questi è proprio la persona che ha conquistato a Rio la prima medaglia italiana, una delle più pesanti. E’ Rossella Fiamingo, argento nella spada individuale, tappa di una carriera già segnata da molti successi, pur a fronte della sua giovane età.
Classe ’91, nata a Catania, Rossella ha mosso ovviamente da giovanissima i primi passi sulla pedana. Ho avuto modo di conoscerla diverso tempo prima dell’Olimpiade e devo dire che mi ha colpito per il suo equilibrio e la sua pacatezza. Un atteggiamento che, a parte aspetti personali e caratteriali, credo si riconosca in coloro che improntano, sino in fondo, la propria vita ai valori dello sport. In particolare della scherma, uno sport che ho praticato per un periodo e del quale ricordo in particolare la grande importanza della capacità di analisi, di gestione dello spazio, dei suoi centimetri, la gestione delle energie, nonché dell’assoluta concentrazione.
Tutte caratteristiche che mi è sembrato di riconoscere in Rossella, avendone poi avuto conferma nelle sue prestazioni in pedana. Fino alle interviste successive al suo argento, nelle quali, con parole semplici, ha tratteggiato i contorni di un successo che, per un atleta e per un italiano, rappresenta uno dei traguardi più ambiti ed emozionanti. I capelli rosa di Rossella, a proposito, parlavano chiaro…!
Auguri ancora, quindi, alla nostra Campionessa ed auguri alla nostra bella Italia. Che ha mostrato e confermato di essere capace di portare in pedana, ma anche su tanti altri palcoscenici sportivi, talenti ed atleti preparati. Che, a loro volta, hanno ripagato la fiducia, l’aver creduto in loro, portando il tricolore a sventolare sul podio ben 28 volte. Un grande lavoro di squadra, come tiene a sottolineare il Presidente del Coni Giovanni Malagò, uomo esemplare nel “fare gruppo” e nel trasferire una vera e forte passione per lo sport e per i suoi valori, incarnati da atleti ed individualità di cui sentiremo ancora molto parlare. A partire dalla nostra prima “medagliata” brasiliana Rossella.
Auguri quindi alla nostra bella Italia. Con un rinnovato messaggio di solidarietà in un momento di ricostruzione, materiale e d’identità, che riguarda tanti – anzi direi tutti – gli italiani. Una simbolica ripartenza da un momento difficile, per un’Italia che resti orgogliosa di chiamarsi tale.