Mentre tu hai una cosa può esserti tolta. Ma quando tu dai, ecco, l’hai data. Nessun ladro te la può rubare. E allora è tua per sempre.
Sono parole di James Joyce. Che ci fanno capire quanto “ricevere” ci sia nel “dare” e nel “darsi”. E senza retorica: lo dimostra, supportato dalla scienza, quel senso di benessere e soddisfazione che si prova nel compiere gesti di altruismo.
La terra che ha tremato nelle nostre città in queste ulrime ore ha prodotto scosse che hanno impaurito molti e cambiato radicalmente la vita di tanti altri. Scosse che arrivano all’ anima di chi è coinvolto, cioè di tutti. Giovani e grandi, padri e figli, nonni e nipoti, amici, conoscenti e sconosciuti. Perchè anche chi non ha subito conseguenze materiali é raggiunto dal richiamo della solidarietà, con un abbraccio collettivo che diventi partecipazione attiva e sostegno morale verso chi, oggi, ha visto trasformarsi il proprio presente.
Che ognuno dia il proprio contributo concreto liberamente e secondo i propri mezzi, in modo duratoro e non solo sull’onda emotiva di una scossa che ha fatto sentire tutta la sua ingiusta potenza. Che ognugno sia libero, dunque, purchè condivisione e solidarietà si riconoscano quali colonne portanti non solo del proprio universo di valori, ma di una collettività che ne faccia tesoro anche la di là degli stati emergenziali.
Perchè un gesto di solidarietà può far felice ed aiutare una persona in un certo momento, ma restare nostro per sempre.