La sicurezza stradale che serve

La sicurezza stradale è sicuramente uno dei temi fondamentali e di maggiore interesse nel nostro Paese, per tutti noi. Specialmente per giovani e ragazzi che si mettono alla guida, specialmente “alle prime armi”. Guardiamo ai numeri di questo ultimo mese: 24 morti solo nell’ultimo fine settimana, 11 automobilisti, 7 motociclisti, 3 ciclista e 3 pedoni.  Ne parliamo con Martina Donini, Commissario Straordinario di Udicon, Unione per la Difesa dei Consumatori…

 

 

La sicurezza stradale è al centro del dibattito quotidiano, quale la situazione attuale?

Esattamente, lo dimostrano chiaramente i numeri degli incidenti e delle vittime registrate in questi anni in Italia. Gli incidenti stradali provocano ancora oggi, in media, quasi 3mila morti all’anno.  Come ha detto recentemente il Presidente Mattarella, costituisce una sofferenza sociale inaccettabile. È un dato inconcepibile per la nostra società, soprattutto se si pensa al fatto che le nostre auto sono sempre più sofisticate, le case automobilistiche fanno a gara nel mettere a punto dispositivi elettronici sempre più efficienti, le pubblicità ci bombardano continuamente di messaggi rassicuranti relativi alle prestazioni e alla sicurezza dei nuovi abitacoli. Eppure, dopo la tregua garantita dalla pandemia, stiamo tornando alle statistiche pre-lockdown. 

In qualità di Associazione di consumatori, quale contributo potete apportare?

Il nostro lavoro, come Associazione di Consumatori è quello di instillare, far maturare e consolidare nelle nuove generazioni, una vera e propria cultura della sicurezza stradale, che sia basata non solo sul trasmettere i rischi che si corrono quando si infrangono le regole stradali, ma anche nello sviluppare una preparazione sulla sicurezza che metta al centro il rispetto della vita e della persona, sia come soggetto motorizzato, che come individuo. 

Quest’anno avete organizzato la nona edizione del Convegno Nazionale sulla Sicurezza Stradale, sempre con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema…

Un appuntamento giunto alla nona edizione, organizzato dall’Udicon in occasione della Giornata Nazionale istituita dal Presidente della Repubblica, in memoria delle vittime della strada e a cui hanno partecipato oltre 2000 ragazzi provenienti da scuole di tutta Italia. L’obiettivo di questi incontri, che ormai sono un appuntamento fisso per la nostra Associazione, è sensibilizzare i ragazzi sull’importanza di mantenere un comportamento consapevole alla guida, rispettando non solo se stessi ma anche considerando gli altri. Nei prossimi anni contiamo di proseguire con i progetti sull’educazione stradale rivolti alle scuole di ogni ordine e grado. Alla fine di ogni edizione il feedback dei ragazzi, dei relatori e del pubblico che segue l’iniziativa, è positivo da tutti i punti di vista. Quello che dobbiamo chiederci ogni giorno, nel nostro quotidiano, è se stiamo facendo abbastanza per rendere la mobilità urbana più sicura per gli utenti fragili della strada. Per capire la portata della guerra che quotidianamente si combatte sulle strade, bastano tre numeri dell’Istat: nel 2021, 151.875 incidenti stradali (+28,4% rispetto al 2020) hanno provocato 2.875 vittime (+20%) e 204.728 feriti (+28,6%).

Quali, secondo voi, i motivi che causano principalmente incidenti stradali?

La distrazione e la disattenzione sono le prime cause d’incidente, soprattutto in città. Spesso quando prendiamo l’automobile facciamo tutto tranne che guidare. Si inviano messaggi al cellulare e si guardano i video dei social network. Altre cause di incidenti sono dovute al mancato rispetto del codice della strada, non semplice da leggere e interpretare, ai parcheggi in curva o in doppia fila che, possono sembrare banali ma non lo sono affatto, perché possono provocare incidenti mortali, soprattutto in città. Migliaia di vite potrebbero essere salvate ogni anno se i conducenti si attenessero alle regole in vigore sulla guida in stato di ebbrezza, l’eccesso di velocità, l’uso della cintura di sicurezza e dei telefoni cellulari. Una corretta applicazione delle regole resta di fondamentale importanza. Anche la segnaletica corretta e la manutenzione delle strade aiutano senz’altro la sicurezza. Se i segnali sono sbiaditi, assenti o non conformi al codice della strada come spesso accade, il pericolo è innegabile. Bisogna segnalare tutto alle Autorità e avvertire le forze dell’ordine.

Ritenete necessaria una riforma del codice della strada?

Si, per invertire questa rotta tragica è urgente una vera riforma del codice della strada. Il primo comportamento da sanzionare? La guida senza le mani sul volante perché sei al cellulare, mangi o fai qualunque altra cosa. Il codice della strada, invece, viene continuamente aggiornato a colpi di emendamenti e di piccole modifiche senza cambiare l’intero scheletro normativo e non si arriva mai a una riforma vera sulla sicurezza.

Quali soluzioni proponete?

Una delle soluzioni che in questi anni sono state testate, riguarda la proposta di estendere il limite di velocità di 30 km/h in alcune strade urbane, così da ridurre la possibilità che gli incidenti tra automobili, motociclisti e pedoni della strada siano letali. È un tema che dovrebbe restare al centro del dibattuto sullo sviluppo della mobilità urbana nelle nostre città e che dovrebbe far riflettere. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di dividere e razionalizzare in maniera più sicura gli spazi delle nostre città, prevedendo strade per le automobili, nuove piste ciclabili per chi decide di muoversi in bicicletta, più strade pedonalizzate dedicate ai soli pedoni o attraversamenti pedonali più sicuri e illuminati, dando a ciascuno lo spazio sufficiente per muoversi in totale sicurezza. Abbiamo la necessità di riprogettare le aree urbane, separare veicoli veloci e bambini, creare spazi nei quali i piccoli possano muoversi e giocare in totale sicurezza. Per fare questo è necessario portare avanti un’azione sinergica tra Istituzioni, Associazioni, società civile e industria, per garantire l’adozione di standard di sicurezza più esigenti, incentivare nuovi modelli di mobilità e diffondere la cultura della responsabilità.