Le nuove generazioni sono alle prese con un presente di rara ripetibilità a livello storico e, di conseguenza, con un futuro tutto da decifrare. A quali risorse, personali e in termini di competere, chiama ad attingere una situazione come l’attuale? Secondo lo studio “The Digital Skills Gap in Europe” effettuato dalla Commissione Europea, 9 lavori su 10 nel prossimo futuro richiederanno skill “digitali”. L’emergenza, infatti, distrugge e crea lavoro, per così dire, dando vita a processi di mobilità, ibridazione e migrazione fra professioni e mestieri. La corsa al digitale ha creato la necessità di nuove figure professionali e trasformato l’attuale mondo del lavoro. L’impennata dello smart working, il boom di startup digitali (nel 2020 + 25,1%) e piattaforme virtuali, il picco senza precedenti dell’app economy (+30% di download e + 25% di acquisti app) rendono sempre più centrale il ruolo della formazione di nuovi talenti.
“In un tempo che ha messo a dura prova i giovani, costretti a causa della pandemia in uno stallo culturale e didattico – spiega Giovanni Lo Storto Direttore Generale dell’Università Luiss Guido Carli – è fondamentale mantenere uno sguardo alto, attento e di prospettiva. L’Università Luiss Guido Carli ha introdotto l’”Enquiry based”, un nuovo modello formativo che coinvolge gli studenti su diverse discipline attraverso una ampia gamma di attività curricolari ed extracurricolari…
“Un approccio educativo – prosegue il DG – fortemente innovativo che pone al centro la capacità degli studenti di porre le domande e pensare in modo critico. Per questo l’Università ha firmato 300 accordi di scambio in 64 nazioni e vede tra i suoi studenti più di 85 nazionalità diverse. È necessario che formazione e innovazione viaggino sullo stesso binario, per questa ragione abbiamo istituito nuovi corsi di laurea tra cui quello in Management e Computer Science.”
La crisi può e deve renderci “resilienti”, spingendoci verso la transizione digital che coinvolge in primo luogo i processi produttivi e aziendali. Una obiettivo, quella delle digitalizzazione, che ha visto finora l’Italia un passo indietro rispetto ad altri paesi e penalizzata dal punto di vista delle infrastrutture e della “cultura”, anche d’impresa.
Nel 2020 il nostro Paese era il 22º nell’UE per integrazione delle tecnologie digitali, un dato che non può vederci soddisfatti. Il recente report di Unioncamere ci rende noto che per lavorare nelle imprese italiane viene richiesto un pacchetto di competenze digitali per 7 assunti su 10, più di 3 milioni di lavoratori, pari a 940mila posizioni lavorative. È evidente che sarà prioritaria la cura della formazione rivolta alle nuove generazioni, in una fase come l’attuale che, per fornire un dato, dal 30 settembre 2020 ha visto 12.068 start up registrate sotto la voce “start up innovative”. Vedendo, al contempo, le “tech company” generare un mercato da 30 miliardi di euro con più di 600 mila persone coinvolte.
“I professionisti del futuro dovranno essere in grado di estrarre conoscenza e produrre valore dai dati digitali – prosegue Lo Storto – Per sviluppare queste competenze è necessaria una solida preparazione su algoritmi e un perfezionamento continuo sulle logiche di apprendimento automatico. Intelligenza artificiale e gestione di database applicate in diversi ambiti, dalla sicurezza informatica alla imprenditorialità, combinate con le scienze sociali sono la nuova frontiera del mondo del lavoro”.
Un domani che solo una formazione di qualità può assicurare. Le prove di ammissione per le lauree triennali e la magistrale a ciclo unico della Luiss Guido Carli si svolgeranno dal 18 al 22 febbraio 2021, la scadenza per l’application è prevista lunedì 8 febbraio 2021.
Buono studio e buon futuro !