Queste le parole di Morelli all’AdnKronos: «Intendo aiutare gli artisti e i produttori del nostro Paese attraverso gli strumenti che ho come parlamentare. Mi auguro che questa proposta dia inizio a un confronto ampio sulla creatività italiana e soprattutto sui nostri giovani». Nel testo, che riporta le firme anche dei deputati Maccanti, Capitanio, Cecchetti, Donina, Fogliani, Giacometti, Tombolato e Zordan, dal titolo ‘disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana’, si chiede, come si legge nell’articolo 2, che «le emittenti radiofoniche, nazionali e private» debbano riservare «almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione».
Inoltre una quota «pari almeno al 10 per cento della programmazione giornaliera della produzione musicale italiana è riservata alle produzioni degli artisti emergenti». Si stabilisce che anche che «la vigilanza sull’applicazione della presente legge è affidata all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni» e che «in aggiunta a quanto espressamente previsto dalla normativa vigente, l’Autorità, a fronte della reiterata inosservanza delle disposizioni di cui alla presente legge, può in ultima distanza disporre la sospensione dell’attività radiofonica da un minimo di otto ad un massimo di trenta giorni».
Una proposta che ha giá esempi attivi in Europa come il sistema delle ‘quote’ della Francia, fattore che indica come «la musica non sia solo un passatempo – prosegue Morelli- ma un racconto della nostra vita, della nostra cultura, dei momenti della vita, dei luoghi e dei sentimenti», non dimenticando che «promuovere la musica italiana significa sostenere l’industria della cultura del nostro Paese e quindi le tante persone che ci lavorano».
Prima gli italiani, dunque, anche nel caso in cui siano cantanti. Cosa ne pensate?