Generazioni

La valle della Speranza

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Una piccola discesa, una strada sterrata circondata da verde e suoni, melodie della natura. Silenzio, pace. Ieri intervallati dalle voci di una fitta folla, che ha raggiunto la “valle” per l’occasione.

La Valle della Speranza. Così è stato ribattezzato questo luogo, la Comunità Incontro, nelle campagne di Amelia, in Umbria. Per l’appunto, punto d’incontro di anime, percorsi di vita difficili. Segnati, lo si vede, sin dalla giovane età.

Un posto per gli emarginati, gli ultimi, che qui diventano primi. Per irresponsabili che qui diventano responsabili, spiegandoti con orgoglio il risultato del loro lavoro, dalla manutenzione ai kilometri di luminarie messi su per le Festività.

Un’ emozione rara, profonda. Un confronto sul “ring” della realtà che chiamiamo tale pur incrociandola assai raramente in molti dei nostri percorsi di vita…

Ma quelle che ho ascoltato ieri, che hanno ascoltato in molti ieri, sono storie vere. Come la storia di Francesca, entrata in comunità con suo marito (entrambi con gravi problemi di dipendenza da sostanze) che oggi tiene orgogliosamente per mano, fuori da quel recinto di male ed oscurità. Persone che hanno raccontato di aspettare le Festività con gioia, non per i momenti di condivisione in famiglia, ma per l’arrivo di nuovi oggetti, regali, da rubare per andare con il ricavato, “nei posti dove non si dovrebbe mai andare” e infliggere duri colpi alla propria vita.

Tanti ragazzi che ieri hanno partecipato a questo grande incontro tra autorità, ospiti della comunità, passati e presenti, famiglie e professionisti impegnati nella missione del recupero di queste vite. Molti ragazzi poco più che ventenni, ripeto di soli 20 anni, che si apprestano oggi ad abbandonare la comunità. Sapete cosa significa? Significa che a questa giovanissima età si sono già avvicinati al consumo da droghe, alcol per poi diventarne dipendenti, entrare successivamente in comunità e infine uscirne. A soli 20 anni,. Vite segnate, dunque, sin da giovanissime.

È stato pomeriggio dove si è toccata la sofferenza, ma anche un pomeriggio di gioia. Come recitano le parole del presepe della Comunità, messo in piedi sule macerie dei recenti tragici terremoti umbri, “la terra trema, rialziamoci”.

E infatti abbiamo visto persone rialzarsi, riacquistare fiducia in sé stessi e vedersi riconosciuta un’altra fiducia andata persa nei tempi bui: quella del prossimo.

Dei momenti, delle storie, che dovremmo vedere ed ascoltare tutti, con regolarità. Per non dimenticarci, come ricordato dall’ Arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, che “nulla è impossibile a Dio ed a chi crede”. Bisogna credere. Detta così può sembrare una delle solite frasi, ma in quel contesto, avendo visto ed ascoltato chi ha creduto ed è riuscito anche in quello che, fino a poco prima, sembrava impossibile, allora ha tutto un altro peso ed un altro effetto.

Al suo intervento, si sono uniti quelli del Vice Presidente del Senato Gasparri, della Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, di altre autorità militari e civili, ringraziate per la loro sostegno alla causa. Tra questi anche Mario Baccini che, come Presidente dell’Ente nazionale del Microcredito, ha siglato con il Presidente della Comunità un protocollo finalizzato all’ investimento in start up edvattività che vorranno intraprendere le persone uscite dalla Comunità una volta concluso il loro percorso, essendo chiamate ad affrontare il reinserimento nelle quotidianità.

Il tutto si è svolto sotto la guida di Don Ezio e del Responsabile della struttura, per tutti Giampaolo, che ha concluso l’incontro con un ricordo commosso e commovente di Don Pierino.

Un’esperienza unica, dunque, che tengo a condividere con tutti voi. E che vi invito a fare, ascoltando, partecipando, sostenendo, tutte quelle realtà che fanno della loro missione la ricostruzione. Che nella colonna sonora della vita sentono, forti, le note della Speranza.

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