Generazioni

“Geni” italiani…

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Parlavamo di talenti. Parliamo di talenti. Parlavamo di memoria. E parliamo di memoria. Da rinfrescare. Perché spazi di approfondimento come il nostro, oltre a dare notizie, servono proprio, per l’appunto, ad approfondirle e “semplicemente” ricordarle.

Abbozzo un identikit:

ragazzo italiano, 16 anni, di Castelnuovo Calcea (Asti), alcuni mesi fa ha brevettato un sistema per aumentare la banda larga e per portare la connessione aumentata in piccoli centri, dove ancora non esiste.

Vi dice nulla ? E se aggiungessi il nome Valerio Pagliarino ?

(Giovani) generazioni 1 – digital divide 0, verrebbe da dire.

La ventottesima edizione del Concorso giovani scienziati della Commissione Ue lo ha visto recente vincitore del primo premio con il suo progetto «LaserWan: connessione a banda ultralarga laser».

Ovviamente siamo orgogliosi e sottolineiamo il potenziale dei nostri talenti d’Italia, ma guardando alle nuove generazioni, che potremmo definire anche con carta d’identità europea, fanno notizia anche gli altri giovani geni. Due matematici norvegesi di 17 e 18 anni, oltre che una giovane (futura) biologa statunitense, anche lei appena diciassettenne. In tutto 45 scienziati premiati, in ambiti che vanno dall’ambiente all’ingegneria, dall’informatica alle scienze sociali, per un’ età tra i 14 ed i 20 anni. Generazioni che fanno ben sperare.

L’idea di Valerio nasce proprio nell’ambito della sua quotidianità, fatta di esigenze di “rete” in un’area in cui questa rete è lenta: “Navighiamo a 0,6 – dice Valerio –  perché per il gestore è troppo costoso portare la banda larga fino a casa nostra. Stavo facendo esperimenti sulla trasmissione quando ho avuto l’illuminazione: utilizzare la tecnologia laser per trasmettere luce senza fili, sfruttando le linee dell’alta tensione. Un sistema economico, che non richiede lavori di scavo, che garantisce buona qualità del segnale. E non inquina” ha spiegato, sottolineando la simbiosi tra innovazione e sostenibilità.

Il suo progetto è stato riconosciuto meritevole dalla Commissione europea, che lo ha premiato con settemila euro e una menzione che rende la sua terra e tutti noi fieri, considerata la serrata competizione tra 138 brillanti giovani geni. Il Commissario Ue alla Ricerca Carlos Moedas sottolinea proprio quanto sia viva la speranza di “vedere questi ragazzi presto tra le fila della nuova generazione di scienziati, al lavoro per affrontare le numerose sfide che l’Europa ed il mondo affrontano”. Aggiungendo: “è rassicurante vedere che in Europa ci sono così tanti cervelli, che hanno anche la determinazione e capacità per trasformare i propri sogni in realtà”.

Un augurio, intergenerazionale, che vogliamo condividere qui insieme, guardando al domani di ciascuno di noi, che è il domani di tutti noi.

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