Generazioni

A tu per tu con Gianmarco Tognazzi

 

Arte, cinema, giovani.

Tre battute per sintetizzare quello che abbiamo messo al centro della nostra chiacchierata con Gianmarco Tognazzi.

Artista ben noto, dalle cui parole traspaiono vera passione ed una particolare sensibilità umana.

Ad avviare il nostro confronto il progetto “Etiquo film”, un’interessante opportunità per tutti i filmmakers. Si tratta di un progetto ideato dal produttore e fondatore di Cine1 Media Group, Pete Maggi (già socio di Eagle Pictures coi fratelli Dammicco e di Adler) in associazione con Operation Services (consorzio di operatori finanziari) e il suo Amministratore Vincenzo Giacomini.

In sostanza un concorso per soggetti e sceneggiature di cortometraggio, ognuno della durata di 10 minuti circa, dedicato a giovani di massimo 35 anni, che costituiranno un film a episodi di 10 storie, dunque in una forma che da tempo non si produce in Italia. E ciò nonostante precedenti illustri della storia del cinema come “I mostri” del 1963, film in 20 episodi diretto da Dino Risi, interpretati principalmente da Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi.

Nome che ci consente di arrivare al coinvolgimento nel progetto di Gianmarco quale Presidente della Giuria chiamata a valutare le opere…

Le sceneggiature dei corti o i soggetti presentati dovranno attenersi al tema di questa edizione “I giovani e il denaro. Etica, equità ed educazione finanziaria”.Un prodotto che potrà essere visto non solo nei vari festival ma anche nelle sale cinematografiche.

Il colloquio con Gianmarco Tognazzi, molto piacevole, parte proprio dalla scelta del tema, senz’altro originale.
“Intanto bisogna ringraziare Pete Magi perché trovare le risorse per produrre queste opere come si propone Etiquo festival non è facile nè scontato.

È una grande opportunità per i giovani, che all’interno di queste opere possono trovare due binari espressivi: la possibilità di parlare di etica, di storie positive ed esemplari in tal senso, ma anche di avanzare critiche sociali, con proposte e visioni alternative.

Quest’anno ho fatto un film, “Il Ministro”, dove c’è proprio l’esaltazione di “cosa non è più etico”, potremmo dire, una critica ad un sistema che può trovare spazio anche in Etiquo. Un’opportunità, dunque, in termini sia di mercato che artistici ed espressivi”.

Originale anche la forma scelta del film ad episodi, un genere che nello scenario attuale di casa nostra non è così presente…

“Infatti, a colpirmi molto del progetto, oltre alla bella opportunità che rappresenta, è stata anche l’idea di Pete Magi di fare proprio un film a episodi, genere che in Italia non è in effetti attualmente molto diffuso. Mi sono legato molto al progetto, a partire l’onore di poter essere Presidente di Giuria, perché produrre 80 corti in un Paese in cui questi prodotti vanno scomparendo mi è parsa una bellissima novità. I cortometraggi oggi non hanno una circuitazione di valore perché l’investimento che richiedono non ha molti ritorni. E parlando di cinema voglio chiarire un concetto di cui sono molto convinto: noi avremmo bisogno di essere industria”.

E i benefici sarebbero molteplici. Dal punto di vista occupazionale, ma anche per il pubblico e per la mission sociale che ha il cinema. Tutti fronti sui quali i giovani sono interessati in primissima battuta.
“Si, proprio così, oggi le generazioni soffrono della mancanza d’ investimenti in prodotti culturali. Il cinema può aiutare molto in un’opera di educazione, d’ informazione e bisogna far sì che la sue potenzialità siano il più possibile messe al servizio di questa missione.Dico davvero senza polemica che questo settore dovrebbe essere valorizzato come industria: bisognerebbe fare più sistema e strutturare attività che non rimangano casi isolati o realizzati una tantum.

Una visione industriale che sarebbe utile partisse già dal sistema della formazione, porta d’ingresso nel mondo del cinema e dell’ audiovisivo. Considerato soprattutto l’enorme valore della nostra tradizione. Parliamo di uno dei settori che ci ha reso grandi e noti a livello globale.

Non è poi certo secondario il fatto che il cinema sia un’industria che, in termini occupazionali, tocchi molte altre figure – si pensi alle tante professionalità richieste per la realizzazione di un film –  è un volano, insomma, che può produrre ricadute positive a livello diffuso”.

Possiamo dire che Etiquo è una best practice cui guardare attentamente.

“Opportunità di questo tipo sono molto importanti per consentire ai giovani di misurarsi con sé stessi e diminuire una “forbice” che esiste tra i talenti ed il mercato, dovute sia alle difficoltà lavorative attuali ma anche banalmente alla lontananza geografica di persone che non vivano in grandi città. C’è bisogno, ribadisco, di attività strutturalmente programmate, c’è bisogno di visone sistemica e di continuità. I progetti come Etiquo rappresentano esattamente quelle attività e quelle opportunità che dovremmo vedere strutturarsi.

Personalmente mi auguro davvero, ribadendo la mia disponibilità per progetti come questo, che possa essere l’inizio di un percorso capace di portare nuove idee al cinema e nuove opportunità ai giovani talenti”.

Qui tutte le info utili:
http://www.etiquofilm.it/

 

 

 

 

 

 

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