Namasté !

Quella globale sta diventando una popolazione sempre più attenta a benessere e wellness. E, perché no, ci auguriamo sempre più anche alla spiritualità.

Un’ attenzione di cui beneficia sicuramente la vita privata ma, a ben vedere, un nuovo approccio che può fare la differenza anche nella vita professionale, sia per una maggiore stabilità acquisita grazie a questa consapevolezza sia per una serie di tecniche che diventino, per così dire, parte di noi. 
Tra le discipline più note, anche se spesso solo in superficie, c’è l’ormai noto yoga.
La mia è anche una testimonianza personale, di chi, lontanissimo da questo mondo come pratica sportiva e meditativa, ha sempre visto nel dinamismo spinto e nella fatica la natura reale di una disciplina.
E qui la prima sorpresa..

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Lo sport è vita: la cura di sé e le ultime innovazioni

Si celebra oggi la Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace, ideata dal CIO e fissata dall’Assemblea generale della Nazioni Uniti proprio il 6 aprile, data di inizio dei primi Giochi Olimpici del 1896. La festa ha lo scopo di promuovere lo sport come mezzo per unire le persone, promovere la pace e aiutare il cambiamento sociale. Questa la motivazione ufficiale dell’ONU: “Invitare gli Stati, il sistema delle Nazioni Unite e in particolare l’Ufficio delle Nazioni Unite per lo sviluppo e la pace, le organizzazioni internazionali competenti e le organizzazioni sportive internazionali, regionali e nazionali, la società civile, comprese le organizzazioni non governative e il settore privato e tutti gli altri soggetti interessati a cooperare, osservare e sensibilizzare alla Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace”.

Andando al solo cerchiamo di elencare le ragioni, dalle piú alle meno note, che secondo la scienza fanno dello sport un’attivitá preziosa per tutti, giovani e non: 

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Il lavoro è vita

 
 
Se chiedessimo ai ragazzi i tre pensieri principali delle loro giornate cosa credete ci risponderebbero?
Sono sicuro che in cima, per tutti, ce ne sarebbe uno ricorrente: il lavoro.
Pensiero che fa sognare, ma purtroppo ultimamente preoccupa sempre più spesso.
E per molti motivi.
Oggi l’UGL ci dà la possibilità di parlare di lavoro con un’iniziativa, “Lavorare per vivere”, organizzata a Milano per mettere l’accento su una delle questioni più calde e delicate.
Le 1029 sagome bianche oggi in Piazza Duomo vogliono ricordare le vittime sul lavoro
del 2017. Un fenomeno che continua purtroppo anche nel 2018: nei primi 4 mesi di quest’anno si sono registrati 286 decessi.
“Un dato tristemente impressionante a cui non ci dobbiamo abituare”, secondo Paolo Capone, Segretario Generale UGL, presente alla manifestazione. 
Per Capone, “sono necessari più controlli e meno burocrazia per incentivare le aziende a investire nella sicurezza sul lavoro, poiché si tratta di un tema che riguarda la sfera più intima del lavoratore e che ha a che fare con l’essenza più profonda della persona. In tal senso – prosegue Capone – è necessaria una stretta collaborazione tra le Istituzioni, le aziende e i lavoratori per investire maggiormente su prevenzione e salute. È una battaglia che l’UGL intende continuare affinché tutti comprendano che è inaccettabile ammalarsi o morire sul lavoro nell’era dell’innovazione digitale. Quella della sicurezza sui luoghi di lavoro è, dunque, una priorità che va affrontata e risolta anche perché, nel nostro paese finalmente, si possa parlare di un lavoro dignitoso e sicuro”.
 
 
L’evento è stato ideato e organizzato da Ital Communications e risponde ai precisi obiettivi si sensibilizzazione che il sindacato, con un’opera costante ed intensa, sta continuando a promuovere a livello sociale. 
Qui noi vogliamo ricordare che il lavoro è – e deve essere – sogno, non preoccupazione. Deve essere benessere, vita, non la sua negazione. 

Paura (di volare)? Ecco come spiccarlo il volo..

Da oggi in libreria un testo utile non solo per molti, ma proprio per tutti. Certo, in particolare per chi non riesce a liberarsi da una paura così diffusa come quella di spiccare il volo, non metaforicamente ma letteralmente. Parola della giornalista Vania Colasanti e del neurologo, divulgatore scientifico, Rosario Sorrentino, autori di “Grazie al Cielo” (Ed.Sonzogno).

E’ Vania Colasanti ad accompagnarci nell’avventura narrativa, particolarmente intima, di “Grazie al Cielo”, essendo la sua una storia di successo, ovvero di colei che ha definitivamente superato una paura, un terrore, del tutto paralizzante. La curiosità è dunque tanta.

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La valle della Speranza

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Una piccola discesa, una strada sterrata circondata da verde e suoni, melodie della natura. Silenzio, pace. Ieri intervallati dalle voci di una fitta folla, che ha raggiunto la “valle” per l’occasione.

La Valle della Speranza. Così è stato ribattezzato questo luogo, la Comunità Incontro, nelle campagne di Amelia, in Umbria. Per l’appunto, punto d’incontro di anime, percorsi di vita difficili. Segnati, lo si vede, sin dalla giovane età.

Un posto per gli emarginati, gli ultimi, che qui diventano primi. Per irresponsabili che qui diventano responsabili, spiegandoti con orgoglio il risultato del loro lavoro, dalla manutenzione ai kilometri di luminarie messi su per le Festività.

Un’ emozione rara, profonda. Un confronto sul “ring” della realtà che chiamiamo tale pur incrociandola assai raramente in molti dei nostri percorsi di vita…

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