Diritto alla salute.. psicologica

Torniamo a parlare di equilibrio e salute, psiche. Perché di questi tempi è diventato un tema (ulteriormente) centrale nella vita di tutti i giorni, già frenetica nella normalità e che ci vede ancor più “sotto pressione” nell’emergenza.

I ragazzi, con i loro progetti di vita, sono alle prese con un presente difficile e un futuro dai tratti ancor più sbiaditi.

Anche per questo oggi il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi è tornato a farsi sentire: “Dopo 9 mesi di emergenza per la salute psicologica non è stato fatto nulla di ancora sufficiente per la salute psicologica. Noi abbiamo fatto tante proposte, concrete e fattibili, ma nessuno ci ha ascoltato. Il nostro è gesto estremo, di denuncia, sottolineato dall’indossare un bavaglio che vuol mostrare come oggi le esigenze di salute psicologica della popolazione non hanno voce in capitolo. Per questo lo slogan della manifestazione sarà ‘Dare voce alla salute psicologica’”, dichiarano in una nota congiunta il presidente del Cnop, David Lazzari, insieme alla vice presidente, Laura Parolin, e ai membri dell’esecutivo nazionale. “Questo non è un gesto ‘contro’ qualcosa o qualcuno, è un gesto ‘per’: per sollecitare Governo, Parlamento e Regioni a dare ascolto alle esigenze di salute psicologica della popolazione. Chiediamo di imparare da quello che è successo”, sottolinea Lazzari. “Gli psicologi – continua – si sentono drammaticamente impotenti perché non vengono messi nelle condizioni di poter aiutare una popolazione che sta passando dal disagio a situazioni di dolore psicologico, di angoscia e depressione. Non possiamo fare prevenzione, non possiamo attivare programmi per lo sviluppo delle risorse adattive e della resilienza, non possiamo attivare interventi mirati di sostegno, neanche agli Operatori sanitari, ai sopravvissuti dalle terapie intensive, alle decine di migliaia di malati a casa, che hanno spesso più problemi psicologici che sintomi Covid, ai bambini o ragazzi con problemi, alle persone fragili. Perché tutto queste richiede politiche ed iniziative pubbliche, dello Stato e delle Regioni”.’ “L’Italia è il Paese che non sa prevenire o intervenire tempestivamente per impedire che i problemi si aggravino. Esistono strategie collettive e tempestive in grado di dare risposte efficaci ad ampie fasce della popolazione. Il passaggio dal disagio al dolore psicologico – conclude Lazzari – non è ineluttabile né ingestibile: si può e si deve impedire”.

Speriamo che ognuno di noi, decisore in primis, poi cittadino, possa trovare le risorse a tutela della propria stabilità, e tendere magari la mano per quella altrui. 

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