L’Italia di K


Una Grande Riforma. È questa l’esigenza, reale, di cui avremmo bisogno oggi. Non una riforma semplice e ordinaria, ma ampia e profonda a ogni livello sociale.

Oggi ricorre l’anniversario della scomparsa di una figura che non ha lasciato indifferenti e la cui eredità è proprio quella di non lasciare indifferente nessuna generazione nel presente e nel futuro.

Il 17 agosto del 2010 scompariva Francesco Cossiga. Potremmo parlare a lungo di lui, dei sui tratti caratteristici che lo rendevano unico, della sua capacità di unire e dividere. Una personalità indubbiamente autorevole, a livello globale, un’autorevolezza di cui si sente un crescente bisogno. Una figura dicotomica per certi versi, rispettoso custode delle tradizioni e picconatore severo, uomo di Stato e sostenitore dell’indipendentismo. Lui stesso amava descrivere i due omini al lavoro dentro di lui, quello bianco che costruiva e quello nero che distruggeva. Per poi ripartire.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo, condividere il percorso che mi ha portato alla tesi e alla laurea, dedicare a lui e a quest’esperienza il mio primo libro. A otto anni di distanza ormai continuo a percepire il peso delle idee che avevo imparato a conoscere e la loro modernità…


Quello su cui vorrei soffermarmi, infatti, è il suo messaggio alle Camere del giugno del 1991, quello sulla “Grande Riforma”. Vi invito a leggerlo per quanto sia moderno, sembra dedicato ai giorni nostri.

Quella che viene descritta, e invocata, è una riforma a ogni livello, “civile, morale e sociale”. Una riforma incompiuta tanto da portare Cossiga, insieme ad altre ragioni, a lasciare la poltrona della carica più alta dello Stato. Un gesto cui non siamo più abituati ad assistere.

Non voglio anticiparvi troppo perché terrei lo leggeste per fare le riflessioni che a suo tempo queste parole hanno suscitato e che tuttora avremmo l’opportunità – e i decisori, mi spingo a dire, persino l’obbligo – di porre come basi per un domani nuovo, in cui competenza, merito e un nuovo sistema socio – culturale tornino a far splendere la luce del nostro Bel Paese nel mondo.

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